Paolo Naldini

Paolo Naldini

C.E.O. - Direttore Cittadellarte Fondazione Pistoletto

INTERVENTO

Il TERZO PARADISO è simbolo di rinascita e di rigenerazione

Io ringrazio innanzitutto Michele Porta, Andrea Moggio e Giovanni Orso per aver organizzato il convegno, ma soprattutto per aver pensato di organizzarlo dopo un anno di lavoro dedicato al BIelleseGreen inserto al quale ho avuto la fortuna di collaborare.
Per noi che sono 25 anni che lavoriamo sulla sostenibilità è stata una soddisfazione che l’Eco abbia pensato di dedicare un intero inserto settimanale a questo tema.
Il moderatore mi invita a parlare di creatività. Io vorrei farlo attraverso la lente della generatività, anzi: «rigeneratività». Rigenerare, perché siamo arrivati, non solo a Biella, ma nel mondo, a un punto in cui occorre fare i conti con il nostro passato, e mettere giudizio altrimenti? Altrimenti ce ne andiamo. Ci estinguiamo. Avete sentito l’espressione Antropocene, per indicare l’era geologica attuale caratterizzata da un’impronta dell’umanità sul Pianeta così forte da determinare appunto la stessa qualità della Terra. Ecco, questa parola, antropocene, per me vuol dire: ancora un po’ e ce ne andiamo… La dico alla romanesca che rende l’idea: antro po’ ce ne annamo!
Per questo parlo di rigenerazione più che di semplice creatività. Non serve oggi la creatività per la creatività, cioè l’idea di apportare qualcosa di nuovo per la sola ragione che è nuova, seguendo la prospettiva della modernità capitalistica che porta al consumismo. Occorre invece prendersi cura dell’esistente ed esercitare la creazione nel rigenerarlo.
La rigenerazione può applicarsi al nostro modo di vivere e abitare, alla dimensione urbana e territoriale. Cittadellarte è un esempio significativo in questo campo: si estende su un complesso di archeologia industriale di 30.000mq che era abbandonato. Negli anni ‘90 Omar Ronda invitò Michelangelo a una mostra proprio in via Serralunga e così iniziò la nostra avventura. Omar Ronda il cui museo, il MACIST, vi consiglio di visitare. Anche la Banca Sella ha operato nel senso della rigenerazione, posizionando la sua fondazione e addirittura il suo centro elaborazione dati dall’altra sponda del torrente Cervo, fino a realizzarvi il SellaLab sul tema innovazione.
Noi abbiamo investito più di 10 milioni del patrimonio della Fondazione Pistoletto, quindi fondi privati, nella riqualificazione urbana e urbanistica di quegli edifici che essendo proprietà di una Onlus non potranno più essere sottratti alla destinazione d’uso no profit, quindi di bene comune. È ormai definitiviamente un patrimonio per la Città, non più appropriabile da nessuno. Adesso stiamo per avviare i lavori di ristrutturazione del palazzo a 5 piani che era chiamato «Palazzo del Mago». Chiaramente lavoriamo con le nuove tecnologie sostenibili; siamo stati tra i primi in Italia a ristrutturare in bioedizia e a riscaldare in cogenerazione spazi industriali rigenerati. Abbiamo campi fotovoltaici e installeremo nei prossimi mesi il geotermico. Posso già annunciare, anche se ancora non è noto a tutti, che il governo precedente ha stanziato 2 milioni per un museo del tessile che l’Unione Industriale e la Fondazione Cassa di Risparmio portano nel Biellese ubicandolo nel nostro complesso di archeologia industriale; quindi, apporteremo un cofinanziamento dai fondi della nostra Fondazione di 500 mila euro e ci faremo carico di sviluppare nei prossimi tre anni le caratteristiche di questo museo laboratorio, per inaugurarlo, se tutto va come deve andare, nel 2025. Fa parte di un programma sinergico con Cittastudi dove l’investimento ben più importante viene dalla stessa finanziaria, dallo stesso canale. Ed è ovviamente in sinergia con le istituzioni pubbliche della Città e della Provincia, e con la designazione di Biella Città Creativa Unesco che la Fondazione Cassa di Risparmio, sotto la guida di Franco Ferraris, ha conseguito alla città.
Questo genere di investimenti rigenerativi comportano molte e articolate ripercussioni a loro volta capaci di apportare impatti positivi. Si pensi ad esempio alla dimensione lavorativa. I nostri 40 e oltre collaboratori e dipendenti sono un’inestimabile risorsa di entusiasmo e professionalità per noi, ma credo abbiano un peso su questa città, si tratta di 40 famiglie, per non contare le maestranze edili impiegate da trent’anni nel nostro cantiere. L’impatto per lo meno su questa parte di città non deve essere trascurabile, area che tra l’altro vede altre eccellenze come il Pria, da sempre un luogo che dedicava spazi ad architetti e altri creativi, che poi con Woolbridge è diventato uno spazio importante dell’arte contemporanea. Uno dei più rilevanti centri per i giovani, che è Hydro – Better Places, nasce in Cittadellarte dall’esperienza della Giornata dell’Arte; è sì, parzialmente crollato a causa dell’esondazione del Cervo, ma adesso rinascerà, a fine aprile l’inaugurazione: abbiamo infatti dato loro un altro spazio e insieme lo stiamo rigenerando, a proposito di rigenerazione.
Lasciatemi dire che il supporto dei Biellesi non è mancato: siamo stati accolti con grande simpatia, da parte dei cittadini. Alcuni hanno contribuito anche finanziariamente: un comitato di Biellesi ha raccolto e donato 80mila euro alla Fondazione Pistoletto, molto utili per questo lavoro di rigenerazione, che hanno parzialmente coperto la ristrutturazione degli spazi dedicati al Terzo Paradiso, sempre aperti gratuitamente al pubblico il sabato e la domenica con orario continuato.
Rigenerazione urbana dunque è un’azione fondamentale della stessa missione di Cittadellarte. Posso dire di avere personalmente avuto interesse per questo fin dai tempi della mia tesi di laurea, a Torino, oramai tanti anni fa, all’Università di Economia e Commercio: infatti era proprio dedicata alla rigenerazione degli edifici industriali abbandonati, esattamente come Cittadellarte, complesso di archeologia industriale rigenerato spesso presentato come esempio, anche alla Biennale di Venezia di Architettura alcuni anni fa.
Ma non è solo urbana la rigenerazione di cui vorrei parlare. È vero che quando si parla di creatività e di arte si pensa soprattutto a quella già così considerata: per esempio, ai quadri degli impressionisti, a una sinfonia di Mahler… ma bisogna anche produrla l’arte, non solo conservarla e studiarla. E nel produrre arte si aprono territori a volte sconosciuti che magari non vengono riconosciuti come tali.
L’arte a Cittadellarte si occupa di campi e temi che non sono arte, ma vengono collegati dall’arte! Così ci si occupa di suolo, di permacultura, di orti urbani, di biochar: in questo momento mia moglie, Armona Pistoletto, sta lavorando con una piccola comunità di orticoltori che si chiamano ortisti in un orto di permacultura che Luciano Donatelli ha offerto gratuitamente al progetto, secondo il sistema che abbiamo sviluppato per cui i cittadini offrono i propri terreni non utilizzati a chi ne ha il bisogno o il desiderio. Il progetto si chiama Terre AbbanDonate, fa parte del programma dell’Associazione Let Eat Bi – il Terzo Paradiso in Terra Biellese che riunisce un insieme di soggetti (GasB, Associazione Harambee, White Rabbit e tanti altri che gravitano intorno a questo processo di rigenerazione della filiera agroecologica). È un tema fondamentale: noi ci preoccupiamo giustamente del climate change, ma metà dei suoli della Terra tra 50 anni sarà sterile, lo dice la FAO. Cosa faremo quando succederà? Altro che migrazioni per il clima. A Cittadellarte studiamo e sperimentiamo delle terapie, in questo caso in linea con le indicazioni che la FAO stessa dà: si tratta dell’agricoltura rigenerativa, guarda caso la stessa parola che abbiamo scelto prima. Nel nostro territorio abbiamo uno dei suoi profeti per così dire: la famiglia Manenti, a Sostegno, che organizza workshop e letteratura su tutto questo. Quando nel 2015 a Cuba abbiamo organizzato il primo Forum demopratico, come chiamiamo il nostro modus operandi, e abbiamo invitato la FAO, sapevamo bene di cosa si stesse parlando, proprio grazie a coltivatori e ricercatori come loro. Con LetEatBi si sta svolgendo una ricerca e un progetto sul biochar, che è appunto una delle cure rigenerative di cui abbiamo bisogno. È qualcosa di incredibile; non ho tempo qui per raccontarvi di più, ma se andate a cercare troverete qualcosa di incredibilmente affascinante che si dice possa veramente affrontare il problema della desertificazione dei suoli. A Cittadellarte lo si studia, insegna e vende.
Abbiamo parlato di rigenerazione urbana, territoriale e agricola. Ora parliamo di rigenerazione industriale: sono oltre 15 anni che ci occupiamo di sostenibilità nel tessile. I primi anni molti imprenditori ci davano delle pacche sulle spalle bonariamente, pensando che fossimo lontani dalla realtà: oggi sentiamo con soddisfazione che questa è una parola d’ordine addirittura inevitabile per quel settore e per quegli stessi che allora sorridevano con superiorità alle nostre iniziative.
Abbiamo fondato nel 2009 una piattaforma che si occupa proprio di questo: Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Riunisce designer di moda sostenibile, ma anche brand e manifatture impegnate su questo fronte. A Biella c’era già Tessile e Salute, ancora oggi uno degli esempi più illuminanti e solidi di come si può camminare in questo difficilissimo territorio della sostenibilità nel tessile.
Quindi, alcuni erano già partiti, io penso ad esempio a Reda, che come voi sapete è uno dei campioni in questo, o a Filatura Astro, che rigenerava e rigenera il filo, ma penso anche a un bell’aneddoto di un’azienda che un giovane imprenditore ereditava dal padre, un’impresa di solventi chimici per la tintura. Questo business era molto impattante dal punto di vista ecologico e ambientale. Un giorno il giovane porta i suoi clienti a visitare Cittadellarte e vede la Venere degli stracci, un’opera di Michelangelo davvero iconica e premonitrice. Dunque incomincia a frequentare la piattaforma B.E.S.T. in cui si parla di sostenibilità, e un bel giorno, in visita a un suo cliente che stava filando un filato già colorato, vede la polverina che si deposita sul telaio e si domanda se possa quella polverina essere utilizzata per tingere. Da qui inizia un processo che porta quell’impresa, Officina+39, a tingere un chilo di filato nuovo da un chilo di stracci, perché dalla polverina è passato agli scampoli e infine agli stracci. Come Pistoletto che con gli stracci e con la Venere ha creato un’opera che prima non c’era.
Economia circolare a 360° ottenuta grazie all’ingegno di un imprenditore e in qualche modo ispirata e coltivata a Cittadellarte, nei laboratori di moda sostenibile.
Abbiamo dunque parlato di rigenerazione anche industriale. La Camera Nazionale della Moda nel 2012 ha utilizzato lo stesso simbolo che noi biellesi ben conosciamo, il Terzo Paradiso, per promuovere il suo manifesto per la sostenibilità.
E le Nazioni Unite hanno sviluppato una piattaforma per la tracciabilità e la trasparenza, di cui noi siamo parte sin dall’inizio, che sta progettando gli standard globali della stessa tracciabilità e trasparenza.
La nostra scuola, che è il cuore di Cittadellarte, fa di questo percorso il proprio fondamento pratico. Abbiamo un corso di diploma di laurea triennale nella nostra Accademia di moda sostenibile, diretta dalla direttrice della Responsabilità Sociale di Armani. Sono molto felice che tre dei nostri docenti vengano dall’ITS TAM, eccellenza della formazione tessile. Mi ricordo quando con Ermanno Rondi parlavamo dell’importanza di insegnare in quel corso la sostenibilità proponendo di farlo noi stessi, ma non era ancora il momento per le impresi biellesi di spingersi su questo fronte: oggi addirittura sono loro che ci procurano docenti esperti di sostenibilità. Una bella collaborazione tra un importante ente formativo e la nostra realtà.
Potrei andare avanti e parlare di rigenerazione in tutti i campi. Questo è il grande progetto di Cittadellarte: portare la rigenerazione in tutti i campi del vivere.
Nel fare questo, abbiamo creato dei simboli. Parliamo in particolare del Terzo Paradiso. Questo è ormai un mito per molte persone nel mondo. Esistono a oggi 239 Ambasciate del Terzo Paradiso che riconoscono Biella come l’origine di qualcosa che sta cambiando la loro vita e che sta portando nel loro territorio una visione di cambiamento sostenibile.
Sono più di 5 milioni i partecipanti a oltre 1500 eventi realizzati nel segno del Terzo Paradiso, a volte in maniera permanente, come alle Nazioni Unite di Ginevra dove abbiamo realizzato una grande installazione del simbolo, e altre volte in maniera temporanea. Le Ambasciate hanno sede in 54 Paesi e, come forse avete visto, anche la Stazione Spaziale Internazionale ha riconosciuto questa visione, grazie all’Astronauta Paolo Nespoli che ha portato in orbita il nostro simbolo, il «nostro» ovvero «quello di Biella»: perché tutte queste persone sanno da dove viene e dove è nato il Terzo Paradiso, e racconteranno una storia o molte storie la cui origine è qua. E qua siamo al centro del mito e del Mi-To, in tutti i sensi, mito culturale di una nuova epoca per l’umanità e MiTo come unione di Milano e Torino. Questo territorio, con le sue bellezze e la capacità imprenditoriale dei suoi abitanti, potrebbe veramente essere un parco dove natura e artificio si uniscono in un modello di grande attrattività, un terzo paradiso!
Il Terzo Paradiso è simbolo di rinascita e rigenerazione.
E quando si parla di rigenerazione si chiama in causa la nuova generazione… forse già avete visto le immagini della Giornata dell’Arte, un evento che i giovani di Biella hanno realizzato per tanti anni, con l’accompagnamento di Cittadellarte, incontrandosi il venerdì pomeriggio da gennaio a giugno, fino alla fine della scuola. Un grande evento organizzato da loro, noi li abbiamo solo assistiti, abbiamo insieme imparato e ci siamo divertiti, magari dando loro qualche consiglio, oltre che gli spazi aperti e gratuiti di Cittadellarte dove loro hanno imparato e vissuto tante importanti esperienze, alcuni dei primi di loro ora lavorano nel campo della musica e dell’organizzazione di eventi, sicuramente formati anche da queste esperienze. Quindi la nuova generazione rigenera il territorio con la propria creatività e capacità. Io ci credo fortemente e per questo per me Cittadellarte è prima di tutto una grande scuola aperta.
Io vi ringrazio e concludo, ma prima vi invito il 23 marzo a Palazzo Reale a Milano a una mostra di Michelangelo dove si parlerà anche di Cittadellarte (e offriremo un rinfresco a base di specialità biellesi per far conoscere il nostro territorio) e il 25 giugno alla Fondazione, giorno del novantesimo compleanno di Michelangelo: ci piacerebbe festeggiarlo – insieme con tutti quelli che di voi vorranno e potranno – a Cittadellarte, che è sempre aperta, ma quel giorno sarà aperta per una festa di tutti i biellesi e anche di tutti quelli che riconoscono in Pistoletto, nel Terzo Paradiso, nella Cittadellarte di Biella un riferimento per un futuro prospero, sostenibile e giusto.

Paolo Naldini
C.E.O. – Direttore Cittadellarte Fondazione Pistoletto