Alessandro Ciccioni

Alessandro Ciccioni

Vice Presidente Camera di Commercio Monte Laghi Alto Piemonte

INTERVENTO

«Possiamo sancire che il Biellese è guarito dalla sindrome di Procuste»

Voglio fare una considerazione, che fa parte delle conclusioni che ho tratto: ho sentito parlare da Franco Ferraris di mente sgombra, di apertura al cambiamento dal professor Andrea Rolando e di tolleranza dal professor Severino Salvemini. Penso, quindi, che con questo convegno si possa sancire, che il Biellese è guarito dalla sindrome di Procuste.
Chi era Procuste. Era il figlio di Poseidone che abitava da solo in una valle vicino a Tene e offriva ospitalità ai passanti, che di lì dovevano per forza passare per raggiungere un’altra città; la sua ospitalità era però un po’ particolare, perché, egli offriva si un posto in cui dormire, ma poi di notte adeguava l’ospite alla misura del letto. Quindi, se la persona era più corta, la tirava, se era più lunga del letto la tagliava con una sorta di sadismo! Ecco, io non sono biellese, ma penso di essere stato uno dei pochi esattamente a misura del letto, perché sono qui da molti anni e mi sono sempre trovato bene! Ho percepito, però, soprattutto nei primi tempi, diversi disagi da parte di chi da fuori doveva confrontarsi con il nostro modo, sia imprenditoriale sia di offerta turistica, quindi dico: viva la perdita della sindrome di Procuste per il Biellese!
Il Biellese è un concentrato del Piemonte dal punto di vista geologico e dal punto di vista morfologico, di fatto tutto quello che si può trovare in Piemonte, in termini di fruibilità turistica, lo si trova concentrato in misura minore nel Biellese e questo è importantissimo, perché, chi arriva da fuori può trovare nel nostro territorio tutta una serie di cose interessanti, le trova senza dover banalmente percorrere l’intero Piemonte.
Un altro argomento importante, guardando la parte grigio scura della mappa (qui sopra), parlo di Biella, Cossato, Candelo e Vigliano, rappresentano la zona con più ampia popolazione che di fatto è il risultato della discesa a valle, a partire degli anni ‘50, dell’industria. La parte sottostante è quella che molti biellesi considerano «il necessario cuscinetto per difendere la vera Biellesità dal resto del mondo!».
Vi propongo un altro punto di vista: guardatelo da quello di un milanese o di un torinese. Quella zona è l’unica che oggi è davvero raggiungibile in un’ora da Milano e da Torino. Questa zona, in realtà, ha un nome che comprende uno spazio molto più ampio rispetto al Biellese, che è la «zona delle baragge» (perché noi pensiamo di avere la Baraggia di Candelo, no?). Questa, è lanostra baraggia ma ogni zona, Masserano, Brusnengo, considera la baraggia un altro posto. Quindi tutta questa zona si può considerare un contesto baraggivo, perché ha un’origine geomorfologica simile e ha anche la caratteristica di avere una serie di borghi e una serie di viabilità incrociata molto fruibile che può essere davvero la risposta immediata a una nuova attrazione residenziale per il Biellese. Poi se arrivano anche le comunicazioni benissimo.
Questo per dire che cosa: che nessuno può avere la speranza di vendere un capannone a Bioglio a 50 euro al metro, finché ce ne è un altro a cento a Massazza. Quindi, il fatto di ‘gestire’ la parte più bassa del nostro territorio diventa un’opportunità, perché la parte sotto alimenta la parte sopra, così come nella discesa dell’industria, la parte alta ha alimentato quella sottostante.
Infine, guardiamolo dal punto di vista della grande popolazione che c’è a destra e a sinistra del nostro Biellese.
Cosa ha fatto in termini pratici la Camera di Commercio in questo senso? Due anni fa, ha stimolato la costituzione di un’associazione, chiamata Antichi Borghi di Baraggia, che abbraccia tra l’altro, non solo i comuni biellesi, ma anche i comuni vercellesi e intende abbracciarne anche alcuni nel novarese proprio per cercare di creare una sorta di fattore comune in questo territorio, che ha una grande chance di essere valorizzato, ma non è incluso nelle aree interne e neppure nelle aree montane. quindi nel GAL.
Ha quindi, tutta una serie di «non», per cui di fatto, non è preso in considerazione dai grandi flussi di investimento pubblici non essendo considerato abbastanza depresso e problematico; ma non gestire questa zona e qui torno alla citazione di Luisa Bocchietto, quando dice che «il futuro arriva come vuole lui se non viene gestito», se non interverremo in questa zona, la subiremo, perché in qualche modo, lo sviluppo tra Milano e Torino farà interessare questa area e non possiamo permetterci, urbanisticamente, che manchi una pianificazione territoriale. Non dobbiamo farci cogliere impreparati su questo argomento.
Per rispondere alla domanda del dottor Orso, sul Pnrr, l’intento di questa associazione, così come la presenza della Camera di Commercio e tutti gli enti che ho citato, è proprio quella di creare un ponte tra questi enormi flussi finanziari e la ricaduta sul territorio. Il lavoro è grandissimo, non solo nel Biellese. Il nostro traguardo è coinvolgere e aggregare gli altri territori, inquanto, c’è una grande attività proprio nella zona alta della montagna, grazie anche l’attività dei consorzi turistici. Ringrazio tra gli altri Laura Zegna, per questa attività di unione.
Alessandro Ciccioni
Vice Presidente Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte