Franco Ferraris

Franco Ferraris

Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Biella

INTERVENTO

Giovani è la vostra ora. Ma rimanete innamorati del Biellese

Progettare il futuro del Biellese: si è dato un obiettivo molto ambizioso il convegno di Eco di Biella che oggi ospitiamo a Città Studi, un luogo particolarmente adatto per un’occasione come questa, perché qui immaginiamo il futuro dei nostri giovani ai quali offriamo eccellenza formativa e la bellezza di un campus sul modello americano.
Innanzitutto vorrei ringraziare Michele Porta, il Direttore di Eco di Biella Andrea Moggio e tutto il suo staff per il grande lavoro fatto sia per l’organizzazione del convegno sia per le numerose pubblicazioni di approfondimento su temi strategici per lo sviluppo del Biellese realizzate in questi mesi su Eco di Biella anche grazie ai dati di OsservaBiella, l’Osservatorio dei bisogni territoriali del Biellese.
Un futuro che vogliamo sia dei giovani ai quali la Fondazione ha dedicato negli anni sempre maggiore attenzione con un tavolo di coprogettazione che sta lavorando su proposte per arginare il disagio giovanile e favorire la partecipazione attiva ai processi decisionali e con il «Manifesto Biella 2030» presentato in occasione del trentennale dell’Ente e che ha raccolto 10 idee di 30 giovani under 30 che vorrei ricordare e su cui stiamo lavorando.
Il Biellese è un territorio straordinario e ricco di paesaggi inaspettati, di eccellenze produttive, di sperimentazioni tecnologiche legate al green, di coesione sociale nel grande mondo dell’associazionismo, che conta realtà storiche come il CAI che sta festeggiando i 150 anni, e di resilienza di fronte alle avversità.
Tutti i giorni della settimana mentre salgo verso Trivero precorrendo gran parte del nostro territorio rimango sempre colpito dalla bellezza delle sue montagne e dalla sua operosità che è proprio nel nostro dna.
Pensate alla forza che i Biellesi hanno saputo dimostrare contro le avversità come la terribile alluvione che provocò una settantina di vittime e distrusse tante fabbriche e abitazioni, un colpo fortissimo eppure abbiamo reagito ricostruito e ci siamo reinventati cambiando pelle, rinnovando le produzioni a seconda delle esigenze negli anni successivi.
Abbiamo creato un tessile dell’eccellenza che tutto il mondo ci invidia e che oggi ci ha portato al riconoscimento quale città creativa Unesco.
Creatività che è stata declinata anche in altri settori.
Pensate al meccanotessile altra eccellenza mondiale.
Pensate al cibo, ai nostri formaggi e alle altre eccellenze enogastronomiche che sono nei migliori negozi del mondo. E che dire della nostra acqua che è sinonimo di energia, di benessere, di vita.
Salendo di gradazione le nostre birre vincono in continuazione premi in ogni concorso mentre i vini già fanno parlare di sé e sempre di più lo faranno!
E non è vero che non c’è nulla da fare a Biella, la nostra città e la nostra provincia sono ricche di appuntamenti ed eventi oltre che di luoghi bellissimi da visitare e tutte le settimane sui giornali locali c’è una pagina di cose da fare.
Pensate solo al luogo dove oggi siamo riuniti sede di diversi livelli di istruzione, dalla formazione professionale alle lauree specialistiche di secondo livello.
E tutto attorno al Polo di Città Studi altre eccellenze: l’Accademia dello sport della Pietro Micca, il CNR, Cascina Oremo uno straordinario polo innovativo di formazione e sport inclusivo che la Fondazione inaugurerà tra pochi mesi per bambini e ragazzi con e senza disabilità e le loro famiglie, un investimento da oltre 12 milioni di euro.
Appena qui vicino il nostro ospedale che si sta specializzando come clinica universitaria e che è dotato di attrezzature d’avanguardia.
Tante eccellenze che se paragonate alla nostra popolazione sono veramente, come direbbero i giovani, tanta roba!
Certo si può fare e si deve fare meglio non darsi per arrivati.
Sicuramente se il nostro territorio fosse meglio collegato (forse è la volta buona per il peduncolo autostradale per il quale, come avrete letto dai giornali di questi giorni, l’On. Pella e non solo si è molto speso) avremmo molta più facilità di ospitare coloro e credetemi sono sempre di più che vogliono venire nel nostro magnifico territorio.
Ad esempio se avessimo un migliore servizio di collegamento ferroviario con Torino e Milano sono certo che molti giovani non avrebbero dubbi su dove vivere, dove far vivere le loro famiglie. E oggi l’obiettivo sembra più vicino grazie al piano industriale decennale al 2031 delle ferrovie che, apprendiamo sempre dai giornali, stanzia 12 miliardi per la rete piemontese.
Personalmente, come cittadino, sono molto d’accordo con il Presidente dell’Unione industriale Vietti quando dice che la mancanza di infrastrutture nel Biellese è una vergogna e che è ora che si risolva la questione per il futuro del nostro territorio.
Quindi cari giovani rimanete innamorati del vostro territorio che tutti insieme, come una grande squadra, lo manterremo sempre un magnifico posto dove vivere.
Perché il Biellese non ha solo un grande passato alle spalle, ha anche un luminoso futuro davanti a sé se sapremo lavorare bene e uniti come stiamo facendo per renderlo sempre più un luogo d’eccellenza in cui aspirare a vivere.
Il futuro va preso in mano, va gestito, va indirizzato, come spesso noi adulti ci ripetiamo tra noi in occasioni come questa, ma se lo chiedessimo ai giovani io credo che ci direbbero che questo futuro va soprattutto immaginato e accolto con cuore aperto e mente sgombra.
Chi sono i nostri giovani? Cosa immaginano per il loro futuro? Cosa sanno e apprezzano di questo territorio?
Io credo si debba partire da qui, dai loro bisogni e aspettative, per comprenderli e formulare loro una proposta di futuro che possa davvero interessarli.
Bisogni e aspettative di cui le idee citate prima nel Manifesto sono un importante primo passo. Io credo anzi che tutto il territorio dovrebbe leggere e meditare su queste idee perché sono uno stimolo al confronto.
Perché Biella vuol essere una città per i giovani e le giovani e le loro famiglie, perché è un territorio in grande fermento creativo che ha bisogno di menti ed energie giovani per lavorare sui temi dell’heritage, della creatività e della sostenibilità che saranno un grandissimo filone a cui attingere per il futuro.
Franco Ferraris
Presidente Fondazione CRB