Marziano Magliola

Marziano Magliola

Collaboratore di BIelleseGreen e Eco di Biella

Dai dati del rapporto «Il Biellese che non ti aspetti» dobbiamo partire

È stata una settimana «impegnativa» e non solo per la preparazione del Convegno, stando ai titoli dei giornali: Case vuote, a Biella sono 4 su 10 (Lunedì); In tre anni persi 20 ristoranti e 70 bar (Martedì); Treni di Biella: ai vertici del peggio (Giovedì).
Nonostante tutto restiamo fiduciosi e questo convegno non sarà esaustivo ma darà un contributo per renderci meno pessimisti con proposte concrete.
La presentazione de «Il Biellese che non ti aspetti» coincide con il 76° anno di fondazione di Eco di Biella (4 Dicembre 1947). Una ricorrenza che testimonia la longevità di uno strumento di informazione insostituibile e l’importanza che la stampa locale riveste per le nostre comunità.
Biella è ricca di testimonianze sotto questo aspetto e si colloca all’avanguardia tra i capoluoghi di provincia con tre bisettimanali – ai quali si aggiunge la pagina locale di un quotidiano nazionale. Un’offerta plurale, difficilmente riscontrabile in Piemonte se non addirittura in Italia.
Attraverso la loro capillare ramificazione, i giornali locali ci aiutano a conoscere meglio la nostra realtà, a riconoscerci come comunità e a collocarci nel mondo con la nostra identità. Compito della stampa locale non è solo quello di riportare le notizie che attengono alla quotidianità ma allargare l’orizzonte verso tematiche che, di solito, vengono approfondite dalla stampa nazionale o specializzata. Interessante il confronto con le altre province piemontesi e più in generale con ciò che succede a livello nazionale. Per analizzare i problemi del Biellese partiamo pertanto dai numeri. Numeri che ci consegnano una fotografia del territorio controversa. Con zone d’ombra, con alcune eccellenze, con grandi potenzialità solo parzialmente sfruttate, con problemi da risolvere che ne condizionano lo sviluppo.
Il Biellese attraversa, come altri distretti industriali, una fase di trasformazione. Ridimensionata l’industria primaria che per decenni ci ha consentito di vivere in un’isola felice sotto l’aspetto occupazionale, oggi dobbiamo affrontare il fenomeno della denatalità, esteso a tutte le province del Piemonte. Biella è passata dai 55mila abitanti degli anni Settanta (del Novecento), agli attuali 43mila, con un trend negativo che non accenna ad arrestarsi. E’ un fenomeno che interessa tutta la provincia di Biella, passata nello stesso periodo da 205mila abitanti agli attuali 171mila. Con una notevole percentuale di anziani.
E’ del tutto evidente che le loro problematiche, a questo punto, non possono essere disattese. I giovani nella provincia di Biella, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni, sono 22.629 e rappresentano il 13,2 % della popolazione. Per contro, gli over 65, rappresentano il 29,3% (50.407). Le persone con più di 75 anni sono 26.553; con più di 85 anni, 6.609 e con più di 95 anni 639. Gli over 60 in buone condizioni di salute ed economiche, in grado di affrontare una longevità finora inedita – i cosiddetti «Longenials» – saranno pertanto sempre più i protagonisti delle politiche territoriali, con la necessità, da parte delle istituzioni, di affrontare i loro problemi in modo nuovo. Senza trascurare i «Millenials», che invece rappresentano il futuro. In questo caso, le priorità sono il lavoro e l’occupazione non precaria, oltre l’ambiente e i diritti civili, in cima ai desiderata delle nuove generazioni. L’esodo verso altre città italiane o verso l’estero di molti laureati (la futura classe dirigente!) è un fenomeno che ci deve preoccupare. Legato a prospettive di lavoro ritenute non soddisfacenti.
Un altro tema trattato riguarda i collegamenti ferroviari e le difficoltà che riscontriamo per raggiungere Milano, un tempo collegato a Biella con un treno diretto. L’elettrificazione della Biella – Santhià risolve solo in parte le nostre necessità. La Pedemontana, in fondo, è la conseguenza del mancato raddoppio della Trossi. Un’opera inaugurata nel 1967, il cui utilizzo è stato in parte vanificato dalla progressiva cementificazione del percorso. Ci sono dei progetti in merito, che solo in alcuni tratti rendono possibile l’allargamento.
Per quanto riguarda il turismo, gli esperti sono fiduciosi, a patto che non venga meno una raccomandazione che si evidenzia in tutti gli interventi: l’azione sinergica tra i soggetti che operano, a vario titolo, sul territorio: dalle istituzioni alle fondazioni e più in generale ai privati. Solo in questo modo si potranno reperire le risorse per promuovere gli elementi attrattivi che caratterizzano turisticamente il Biellese.
Il calo della popolazione si ripercuote inevitabilmente sulle attività commerciali, già penalizzate dal proliferare dei centri commerciali.
L’impoverimento del centro storico è un campanello d’allarme non solo per il comune Capoluogo ma per tutto il territorio, che in questo modo rischia di restare orfano di un importante elemento attrattivo: turistico e commerciale.
Consultando le pagine dedicate alla cultura e al tempo libero ci troviamo di fronte a dati alquanto deludenti.
Per spesa della cultura nei comuni siamo al 107° posto, ovvero ultimi in Italia, e siamo al 70° per la cultura in generale.
Senza entrare nel merito delle attività del MdT, l’impatto per chi arriva da fuori Biella non è esaltante. Siamo ancora in attesa di vedere realizzato un impegno che il Comune aveva sottoscritto con un privato circa 40anni fa, per trasformare l’attuale parcheggio in un’area verde. Al visitatore viene offerta una fotografia imbarazzante della più importante testimonianza culturale del territorio. Non dobbiamo dimenticare che, per la sua gestione, l’amministratore del tempo aveva pensato ad una Fondazione: per attirare contributi pubblici e privati, e ovviare agli inevitabili intoppi burocratici. Non si sono attivate le sinergie auspicate e il Comune è ritornato, suo malgrado, alla gestione diretta.
Il libro riporta anche importanti esempi di collaborazione in ambito culturale: è la strada giusta da percorrere. Una particolare attenzione deve essere dedicata al recupero del nostro imponente patrimonio di archeologia industriale. In città e nelle vallate gli esempi significativi non mancano.
E’ stato scritto che siamo sì ricchi di impianti sportivi ma «poveri» per gestirli. Il caso del palazzetto dello sport è indicativo. Mancano i grandi sponsor, le figure di riferimento di un tempo non hanno trovato successori. Manca, è il caso di dirlo, il gioco di squadra. L’appello che le istituzioni rivolgono «al tessuto imprenditoriale» è incompleto, perché deve essere esteso, per raggiungere risultati concreti, ad una platea più ampia, che non c’è. Anche in questo caso, la continua perdita di abitanti incide negativamente.
Le risorse destinate alla sanità sono fondamentali per garantire a tutti i cittadini i diritti alla salute. Nella cura delle malattie più gravi, e più diffuse, come i tumori, la ricerca ha fatto passi da gigante. L’importanza della prevenzione è stata messa in evidenza dal fondatore della LILT, Mauro Valentini, recentemente scomparso, al quale rivolgiamo un particolare pensiero e ringraziamento per l’opera svolta.
Vorrei concludere con un’immagine molto suggestiva del Biellese che ci è stata offerta da Andrea Rolando nell’introduzione del libro. Definire l’area che si colloca tra le due principali città di riferimento per i biellesi, Milano e Torino, una sorta di Central Park, mi è sembrata al tempo stesso una metafora delle nostre aspirazioni e un incentivo ad impegnarci per concretizzarle.
Marziano Magliola
Collaboratore di BIelleseGreen e Eco di Biella